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Ragazzi fragili: la psicosi in età evolutiva

Psicologia dell’età evolutiva


Anomalie del comportamento?

Potrebbe trattarsi di una psicosi

Il termine psicosi viene usato per descrivere i disturbi mentali caratterizzati da una rappresentazione distorta della realtà, pensieri bizzarri, emozioni e percezioni alterate, ed anomalie del comportamento. Le psicosi sono un gruppo eterogeneo di disturbi in cui possono comparire, insieme o in sequenza, diverse tipologie di sintomi; le sue manifestazioni variano quindi da una persona all’altra e possono variare anche nel tempo.

Questi disturbi possono comparire anche in infanzia o adolescenza, spontaneamente oppure come reazione a tensioni emotive, cambiamenti sociali, abusi o astinenza da droghe/alcol. Le psicosi si manifestano talvolta in modo non immediatamente riconoscibile, con crisi ripetute nel tempo. Le crisi possono anche risolversi spontaneamente, anche se la possibilità di recidive è alta nel caso in cui non venga intrapreso un intervento specialistico.


  • Come si presenta il problema?
  • Come capire se si è di fronte a una psicosi?
  • Cosa si può fare per affrontare il problema?
Come si presenta il problema?

Il giovane che soffre di psicosi potrebbe esprimersi con frasi poco chiare o che non hanno alcun senso, potrebbe aver difficoltà a concentrarsi, a seguire una conversazione o a ricordare le cose. Il ragazzo potrebbe essere convinto che tutte le persone che incontra per la strada sono agenti della polizia segreta che la pedinano e la sorvegliano. Questa convinzione (detta anche delirio) è un’idea falsa, illogica e persistente nonostante le evidenze contrarie; la sua assurdità e implausibilità è evidente gli altri che non ne riescono a condividere il contenuto. Il giovane con psicosi potrebbe avere delle allucinazioni, ovvero sentire voci che nessun altro riesce a udire, vedere cose che non esistono, percepire un odore o un sapore come se le cose fossere avvelenate o avariate. Il ragazzo tenderà a comportarsi di conseguenza alle proprie convinzioni e/o allucinazioni. Ad esempio, egli potrebbe chiudersi in casa per evitare di essere seguito dagli agenti segreti o predicare tutto il giorno per strada convinto di essere un apostolo, potrebbe non mangiare più per timore di essere avvelenato o smettere di dormire per paura di qualcosa. Inoltre chi soffre di psicosi spesso può risultare apatico, incapace di provare emozioni e perdere progressivamente interesse nel relazionarsi con gli altri o nel frequentare ambienti sociali (es. scuola, impianti sportivi). Questo isolamento sociale favorisce il fatto che il giovane possa occuparsi esclusivamente delle sue preoccupazioni generate dai sintomi deliranti e/o allucinatori.

Come capire se si è di fronte a una psicosi?

Nella maggior parte dei casi, il giovane che mostra sintomi psicotici non è disposto a recarsi dallo specialista per farsi curare perché crede che non ci sia nulla da preoccuparsi o spera che i sintomi spariscano spontaneamente da sé. È importante quindi che i genitori lo accompagnino e lo sostengano nell’affrontare una visita specialistica per un approfondimento diagnostico. Lo psicologo e il neuropsichiatra infantile svolgeranno diversi colloqui con il giovane, ma anche con i suoi familiari e amici, per indagare il problema presentato; successivamente somministreranno al giovane specifici test ed in base alle informazioni raccolte individueranno il tipo di psicosi, le cause e le possibili terapie.

Cosa si può fare per affrontare il problema?

Gli interventi appropriati sono di tipo farmacologico, psicoterapeutico, psicoeducativo sia per il giovane sia per i suoi familiari. Nella pianificazione dell’intervento verranno presi in considerazione alcuni fattori: le preferenze individuali, la tipologia e la gravità dei sintomi psicotici, la loro durata e la causa apparente.

  • Interventi farmacologici: ci sono farmaci specifici, detti antipsicotici, efficaci nel ridurre i sintomi della psicosi e l’ansia che ne deriva. Il medico controllerà il dosaggio e l’eventuale comparsa di effetti collaterali. L’intervento farmacologico permette una remissione dei sintomi ma deve essere affiancato da una terapia psicologica.
  • Interventi psicologici: tali interventi hanno lo scopo di favorire l’acquisizione di strategie efficaci di fronteggiamento dei sintomi psicotici, la formulazione di idee alternative alle convinzioni deliranti, la spiegazione e la comprensione del significato delle allucinazioni. È importante prevedere un intervento cognitivo-comportamentale volto a migliorare le abilità sociali ed interpersonali che risultano mancanti o disfunzionali in chi soffre di psicosi; questo lavoro può essere svolto in modalità individuale e/o in piccoli gruppi.

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