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TRA MENTE E CORPO: aspetti psico- comportamentali e cognitivi della malattia di Parkinson
Sabato 6 Giugno 2015
presso la Dragan University Golden Age, via Larga 11, Milano
Seminario Interattivo Gratuito con il patrocinio di Mentecomportamento
Ore 10:00 Accoglienza dei partecipanti e apertura dei lavori
Ore 10:15 Il ruolo della psicoterapia individuale e di gruppo per una gestione ottimale delle problematiche psicologiche e comportamentali- Dr.ssa Francesca Mameli, Psicologa e Psicoterapeuta
Ore 10:45 L’efficacia della ginnastica mentale nel potenziamento delle funzioni cognitive- Dr.ssa Manuela Fumagalli,Psicologa esperta in neuropsicologia
Ore 11:15 Discussione
Ore 12:00 Chiusura dei lavori
Per informazioni e iscrizioni: I seminari sono a numero chiuso, per partecipare è necessario iscriversi contattando
Motivati si nasce o si diventa? Può capitare di accorgersi, magari grazie l’aiuto e consiglio delle maestre, che nostro figlio pur essendo molto intelligente sia poco motivato e che il suo profitto a scuola non renda giustizia alle sue capacità. È fondamentale riconoscere che non si tratta di bambini semplicemente svogliati ma che piuttosto stanno concentrando la loro attenzione su qualcosa di diverso da quello che noi riteniamo importante per loro. Cosa fare allora? Esistono piccole strategie che, pur rispettando l’indole dei nostri bambini, possono aiutarci ad aumentare la loro motivazione, ecco quali sono:
Incoraggiateli al risultato- Riuscire a creare un ambiente sano per il bambino in cui ogni passo avanti viene notato e incoraggiato farà sì che il bambino sia spinto a migliorare sempre di più. Non è importante che il risultato venga raggiunto subito, non si tratta di una gara. Ciò che conta è che lo sforzo venga premiato, dicendo, ad esempio: “ho visto che ti sei impegnato tanto, sono fiero/a di te!”.
No alla competizione-E’ possibileche vostro figlio non si senta motivato perché schiacciato dalla competizione con gli altri compagni di classe. Potrebbe preferire non confrontarsi direttamente con loro ma dirigere la sua attenzione e le sue energie su qualcosa in cui non sia costretto ad affrontare un confronto/scontro. Piuttosto che paragonare nostro figlio agli altri bambini (“sei stato il più bravo della classe”, “sei andato meglio/peggio degli altri”) concentriamoci principalmente su lui e sui suoi passi in avanti:“questo compito è andato meglio rispetto a quello del mese scorso, stai facendo progressi, bravo!”
Sviluppare una relazione positiva- Ricordiamoci che stiamo cercando di aiutare i bambini e metterli sotto pressione può rivelarsi controproducente. I bambini devono imparare che se ci sta tanto a cuore il loro rendimento è per il loro bene e non per il nostro. Sarebbe meglio evitare punizioni troppo severe, nostro figlio deve sentirsi libero di poterci parlare non solo dei suoi successi ma anche degli insuccessi. Se non riusciamo a creare una comunicazione positiva con nostro figlio non riusciremo nemmeno ad aiutarlo quando ne avrà più bisogno. Gli si potrebbe dire: “non sono arrabbiato/a con te, capita a tutti di sbagliare!”
Fornire nuovi stimoli-A volte il bambino non capisce a cosa serva ciò che sta imparando e per questo motivo si annoia ed è poco motivato. Sono proprio gli aneddoti particolari, il poter applicare ciò che si conosce alla vita di tutti i giorni o affrontare nuove sfide che spingono i bambini a impegnarsi di più. Si possono insegnare filastrocche per imparare le tabelline, raccontare qualcosa di molto curioso sulla storia di Roma oppure sfidarli a chi ricorda più capoluoghi d’Italia. Così facendo i bambini si divertono e imparano di più.
Stabilire obiettivi raggiungibili- E’ inutile chiedere ai nostri figli un cambiamento repentino e che riguardi ogni aspetto della loro vita, i bambini sanno che è impossibile e ci rinunciano in partenza. Può essere molto più efficace stabilire insieme traguardi e tappe intermedie da raggiungere in modo che sappiano che con l’impegno è possibile fare progressi. Se i bambini non sono particolarmente motivati gli obiettivi non devono essere troppo difficili, solo con il tempo potremmo proporre traguardi più lontani; per iniziare diciamo:” l’obiettivo di oggi è leggere queste tre pagine, faremo così ogni giorno così in una settimana avrai letto il racconto che ha assegnato la maestra.”
Molto spesso i bambini attraversano alcune fasi in cui provano delle paure che a noi appaiono poco importanti o irrazionali: il babau, il mostro sotto il letto, il buio… si tratta di una normale fase di crescita, perché le loro paure sono alimentate dalla loro stessa fantasia: una tenda che si muove a causa degli spifferi d’aria diventa il “fantasma”, un cigolìo della porta si trasforma in un vampiro che ci sta spiando. Tutte queste paure sono transitorie e si superano con la crescita: tuttavia diventa fondamentale l’intervento del genitore, fonte di sicurezza ed aiuto, per superare queste paure nel modo più sano. Ecco qui di seguito cinque trucchi che i genitori possono utilizzare per allontanare le paure dei propri bambini.
1- NON MINIMIZZARE – Spesso le paure dei bambini ci fanno sorridere per la loro ingenuità. Anche se a noi sembrano motivi sciocchi, dobbiamo accettare che il bambino abbia tali paure affinché possa sentirsi protetto e compreso. Obbligare il bambino a diventare coraggioso sarebbe controproducente e altrettanti effetti negativi si avrebbero se si deride il bambino con frasi svalutanti come “sei proprio un fifone!”
2- ABITUALO GRADUALMENTE – Il bambino va abituato gradualmente ad avvicinarsi alla situazione che teme, senza che venga lasciato da solo ad affrontarla. Fondamentale risulta l’intervento del genitore, che lo aiuta pian piano ad affrontare la sua paura: ad esempio, un bambino che ha paura del buio, non può essere lasciato dormire al buio all’improvviso, piuttosto, prima dormirà con la luce della stanza accesa, poi con la porta aperta in modo tale che entri la luce del corridoio ed infine con una lucina, fino a quando non ne sentirà più bisogno.
la presenza di un oggetto rassicurante nel lettino (un peluche, un indumento del genitore, un gioco) aiuta il bambino a sentirsi sicuro
3- LASCIAGLI UN OGGETTO RASSICURANTE – La presenza di un oggetto rassicurante nel lettino del bambino può aiutarlo ad addormentarsi senza richiedere la presenza del genitore. L’oggetto, infatti, diventa un sostituto simbolico del genitore e dà tranquillità al piccolo quando la sera è solo in camera sua, andando così a calmare tutte le sue paure. Qualunque oggetto che circondI il piccolo può essere un oggetto rassicurante: il ciuccio, la copertina in cui è stato avvolto sin da neonato, un pupazzo a cui è particolarmente legato o anche un indumento del genitore che ne richiami la presenza.
4- NON PORTARLO NEL LETTONE – Lasciare che il bambino dorma con il genitore è una delle soluzioni più gettonate: il bambino si calma e il genitore non ha molti grattacapi. Tuttavia questo stratagemma non aiuta affatto il bambino ad affrontare la propria paura: il “mostro” è sempre lì nella cameretta: più il tempo passa e più esso diventa spaventoso e difficile da affrontare. Il bambino si abitua sempre più a dormire tra mamma e papà, tant’è che ora vorrà dormire solo lì e sarà molto più difficile per i genitori farlo riabituare al proprio lettino. Inoltre, tale abitudine non favorisce lo sviluppo nel bambino di fiducia in sé e sicurezza, rendendolo quindi fortemente dipendente ed insicuro.
5- FORNISCI STRATEGIE ALTERNATIVE–Un altro stratagemma per aiutare i bambini ad affrontare le proprie paure è quello di renderli parte attiva nella lotta contro le proprie paure. Ciò potrebbe avvenire tramite l’ideazione di piccoli giochi che possono fare prima di andare a dormire per esorcizzare i propri timori. In questo modo il bambino diventa più autonomo, forte e fiducioso in sé stesso. Un esempio può essere la creazione di filastrocche “anti-mostro” o “scaccia lupo cattivo” o giocare al “cacciatore di fantasmi”, utilizzando oggetti o giochi presenti nella stanza.
***Torna la prossima settimana per leggere: i 4 segnali dei bambini geniali alla scuola dell’infanzia.***
Bambini disobbedienti: un corso per genitori in Brianza
Corso di gruppo per genitori – Monza e Brianza
Essere genitori rappresenta un compito importante e delicato. I genitori sono le persone che i bambini osservano più spesso, le persone di cui si fidano, coloro da cui ricevono apprezzamenti e rimproveri. L’impatto che i genitori possono avere sulla vita dei propri figli è molto rilevante. Pertanto, è quanto mai importante riflettere sul modo di essere genitori e su quelle che possono essere le strategie più semplici ed efficaci per poter accompagnare un bambino nella crescita e fornirgli un sistema educativo efficace. Al fine di aiutare i genitori ad affrontare questo percorso, si propone una serie di incontri atti a sviluppare conoscenza, abilità e competenza in genitori di bambini con problemi comportamentali (indisciplinati, disobbedienti, con problematiche di iperattività o disturbi della condotta).
Obiettivi del corso:Il corso si propone di dare ai genitori delle indicazioni e delle strategie spendibili nella pratica quotidiana, che permettano di migliorare: la relazione genitore-figlio; la gestione degli aspetti scolastici; la relazione con i coetanei, l’obbedienza e l’autostima del bambino. Il corso fornirà l’occasione per confrontarsi con altri genitori che vivono difficoltà analoghe.
Temi e date degli incontri:
1. Perché i bambini si comportano male. 22 gennaio 2015 2. Fate Attenzione! 29 gennaio 2015 3. Come aumentare l’obbedienza e l’autostima del bambino. 5 febbraio 2015 4. Quando gli elogi non bastano. 12 febbraio 2015 5. Sistema della pausa e altri metodi di disciplina. 19 febbraio 2015 6. Estensione della pausa. 26 febbraio 2015 7. Gestire il bambino in luoghi pubblici. 05 marzo 2015 8. Migliorare il comportamento del bambino a scuola. 12 marzo 2015 9. Gestire i problemi futuri di comportamento. 26 marzo 2015 10. Fase di mantenimento e incontro di controllo. 30 aprile 2015
Come si svolge il corso: Il corso si articola in 10 incontri in cui si affronteranno le principali tematiche relative all’educazione e alla gestione dei figli durante l’infanzia.
Durata: 10 incontri di due ore (totale 20 ore).
Partecipanti:Genitori di ragazzi di età compresa fra i 3 e gli 11 anni, per un minimo di 4 fino ad un massimo di 8 coppie di genitori. L’attivazione del corso è subordinata al raggiungimento del numero minimo.
Quando: Il corso si svolge il giovedì dalle ore 20.30 alle ore 22:30, a partire dal 22 gennaio 2015.
Costo e Modalità di Pagamento: E’ richiesta l’iscrizione entro il 15/01/2015 , con il versamento di un acconto di 50 € tramite bonifico bancario (l’IBAN verrà fornito telefonicamente agli interessati), e il saldo al momento dell’inizio del corso dei rimanenti 250 € (Costo totale: 300 €). Il costo è inteso per ogni coppia genitoriale, indipendentemente dal fatto che partecipino entrambi i genitori o solo uno. Per maggiori informazioni: Dott.ssa Gioia Negri 339.1988251 (Per maggiori informazioni scrivere a gioia.negri@gmail.com).