Più si desidera fare qualcosa, più piacevole sarà il momento in cui la si fa e la soddisfazione per averla fatta. Ciò vale per qualsiasi tipo di attività, compresa quella sessuale, un’attività innegabilmente piacevole. Eppure, le differenze individuali nel livello di desiderio sessuale possono essere notevoli: alcune persone vorrebbero avere rapporti anche più volte al giorno, per altri basterebbe una volta alla settimana. Ci sono persone in cui però il calo o addirittura l’assenza di desiderio sessuale diventa una vera e propria patologia: è il caso del DISTURBO DA DESIDERIO SESSUALE IPOATTIVO.
COME RICONOSCERLO
La persona con questo disturbo non fa mai “il primo passo” con il partner, in generale è molto lenta a rispondere alle richieste sessuali, oppure accetta di avere rapporti solo quando si presentano particolari condizioni che sono per lui/lei quelle “ideali”.
Tale scarsità di desiderio è accompagnata anche da scarse o nulle fantasie sessuali. Essa si può trovare sia negli uomini che nelle donne e può sfociare in un vero e proprio disagio: finisce infatti per generare ansia e insoddisfazione che possono poi ripercuotersi in più ambiti della persona e della coppia. Il disturbo può manifestarsi con uno solo dei partner o con tutti, può essere presente da sempre o insorgere a causa di esperienze educative o di vita negative.
CAUSE DEL DISTURBO
Questo disturbo può essere causato da una interazione di vari fattori spesso anche distinti tra di loro. Tra queste, sono presenti cause di tipo psicologico, relazionale e di natura culturale-ambientale, tra cui:
– Un’educazione familiare rigida e sessuofobica, che rende difficile il rapporto con il proprio corpo, la sessualità e il sesso in generale;
– ansia e preoccupazioni per le implicazioni di malattie veneree o causate dallo “sforzo” fisico che l’atto prevede (come un infarto), o la paura di una gravidanza;
– preoccupazioni circa il proprio aspetto fisico, che si crede non conforme ai canoni generali di bellezza e quindi poco desiderabile, con conseguente paura di subire un rifiuto da parte del partner.
– simili preoccupazione legate all’invecchiamento: non ci si percepisce più sessualmente desiderabili e quindi si insinua la convinzione che ad “una certa età” il sesso non debba più essere un fattore importante come in gioventù;
– sindrome del vedovo/a: la persona si sente in colpa nei confronti del partner defunto e per questo presenta problemi di desiderio o di soddisfazione durante il rapporto con un nuovo partner;
– personalità ossessivo-compulsiva che comporta un generale disinteresse per gli aspetti giocosi della vita, e/o difficoltà nei rapporti intimi perché implicano un’eccessiva vicinanza con il partner e l’entrare in contatto con i fluidi corporei;
– problemi di tipo relazionale dovuti a conflitti di coppia (risentimenti e rivendicazioni irrisolti sorti in altri campi), scarsa abilità sessuale del partner o mancanza di attrazione per il proprio coniuge/partner.
Il calo del desiderio può anche presentarsi come un effetto secondario ad alcune condizioni mediche come:
– essere affetti da alcune malattie, come quella dell’ipofisi o della tiroide;
– essere affetti da disturbi psichiatrici, come depressione e schizofrenia;
– utilizzo di alcuni medicinali come antidepressivi, antifiammatori steroidei, ipnotici, antiepillettici, metadone;
– abuso di sostanze stupefacenti.
COME RAVVIVARE IL DESIDERIO SESSUALE?
1- risolvere i conflitti di coppia con il dialogo: aumentando la positività nel quotidiano, questa avrà ripercussioni anche nella propria intimità: se necessario, intraprendere una terapia di coppia per apprendere insieme quelle strategie necessarie per risolvere adeguatamente litigi e conflitti;
2- migliorare la consapevolezza del proprio corpo: può essere utile informarsi meglio su come funziona il meccanismo dell’eccitazione sessuale: conoscere meglio la propria anatomia e quella del sesso opposto aiuta a superare l’eventuale vergogna e l’insicurezza del “non sapere come fare”.
3- accettarsi per come si è: i classici stereotipi di bellezza non sono altro che dei “contenitori” vuoti: è vero che l’attrazione fisica è uno dei primi elementi che porta due individui ad avvicinarsi, ma è necessario capire e convincersi che possiamo piacere anche per il nostro carattere o il nostro modo di pensare, poiché nel lungo termine una relazione non può essere tenuta in piedi unicamente dalla fisicità;
4- rivolgersi ad una terapia individuale per riuscire ad affrontare eventuali esperienze negative del passato, in modo tale superare le proprie convinzioni errate riguardo il sesso o il proprio corpo, ridurre l’ansia ed eventuali sensi di colpa.