36 domande per innamorarsi
Prima di fare una telefonata, fai le prove di quello che dirai?
Qual è l’ultima volta che hai cantato da solo? E per qualcun altro?
Se qualcuno ci rivolgesse queste domande ad un primo appuntamento, non durerebbe neanche il tempo di ordinare un caffè che subito vorremmo scappare dall’imbarazzo. Invece, uno studio scientifico dimostrò la loro efficacia nel creare una sensazione di vicinanza ed affinità tra due perfetti sconosciuti al loro primo incontro.
“Al cuore non si comanda”, dice il proverbio, ma i risultati di questo studio sembrano dimostrare il contrario.
Si tratta di un esperimento di psicologia svoltosi verso la fine degli anni ‘90, in cui il dott. A. Aron voleva verificare se fosse possibile che due perfetti sconosciuti potessero sentirsi emotivamente vicini in un ambiente sperimentale controllato, rispondendo a 36 domande nei 45 minuti messi a disposizione.
All’esperimento parteciparono alcuni studenti universitari: scopo dello studio di creare una sensazione di affinità tra due perfetti estranei, manipolando semplici e pochi fattori: la creazione di un’aspettativa positiva nei confronti del proprio partner e lo svolgimento di determinati compiti insieme. Nella prima fase ogni partecipante compilava un questionario, in cui forniva informazioni sui i propri interessi e valori. In base alle risposte date, veniva poi scelto il partner sconosciuto con cui fare coppia. Una volta formate le coppie, i due partner si dovevano sedere l’uno di fronte all’altra e rispondere insieme ad una serie di domande divise in tre blocchi, che avevano il compito di creare una maggiore vicinanza:
– il primo blocco era caratterizzato da una serie di domande che dovevano agevolare la conoscenza iniziale. Per esempio chiedendo “Vorresti essere famoso? Come?”, “Come sarebbe la tua giornata ideale?” oppure “Se potessi svegliarti domani con una particolare qualità, quale sceglieresti?”;
– le domande del secondo blocco portavano la conversazione su tematiche personali, per esempio chiedendo “C’è qualcosa che hai sognato di fare? Perché non l’hai fatta?”; “Che ruolo gioca l’amore nella tua vita?”; “Per te cosa conta di più in un’amicizia?”;
– infine, nel terzo blocco le domande diventavano ancora più personali ed iniziavano ad includere anche il partner nelle risposte: “tu e il tuo partner fate tre affermazioni usando il “noi”. Per esempio: “Siamo entrambi in questa stanza e sentiamo…” “Condividi un problema personale con il tuo partner e chiedigli aiuto per risolverlo”.
I risultati finali dimostrarono che alla fine delle domande, dopo essersi guardati negli occhi in silenzio per 4 minuti, ognuno si avvertiva molto più vicino all’altro. Il trucco delle “36 domande per innamorarsi” sembra essere riuscito alla grande, anche se bisogna tener conto di alcuni limiti. Infatti tali risultati sono dovuti principalmente al fatto che la conoscenza tra i due sconosciuti è avvenuta in quanto entrambi “si adattavano” alle regole dello sperimentatore: il tempo a disposizione per conoscersi era stabilito a priori; la conversazione avveniva in un ambiente controllato e privo di distrazioni, permettendo la focalizzazione dell’attenzione; le domande a cui dovevano rispondere erano state costruite con l’intento di creare vicinanza fra i due. Infine, ha giocato un certo ruolo anche la creazione di un’aspettativa di simpatia, che portava ad essere predisposti in modo positivo l’uno nei confronti dell’altra.
Se quindi stavate pensando di utilizzare questo trucco per il prossimo appuntamento galante (a meno che non si tratti di una serata di speed dating), ricordate che questi suggerimenti nascono da uno studio di laboratorio, e che la vita reale è molto più complicata. Sottoponendo infatti il proprio partner ad un interrogatorio simile, le nostre intenzioni potrebbero venire fraintese e verremmo visti unicamente come eccessivamente invadenti. Come sempre, l’unico consiglio valido per la vita reale è quello di armarsi di buoni propositi e di impegnarsi nel far sentire sia noi stessi che il nostro partner a proprio agio, poiché non c’è un legame di vicinanza più duraturo se non quello nato con naturalezza.
Link all’articolo originale:
“The Experimental Generation of Interpersonal Closeness: A Procedure and Some Preliminary Findings”
chi siamo – dove siamo – contattaci