“Figlia mia, mettiti a dieta!”: quanto conta l'influenza della mamma

 

Uno dei fattori (anche se ovviamente non l’unico) considerati cruciali per l’origine dei disturbi alimentari nelle ragazze è il loro rapporto con la madre. È indubbio infatti che l’importanza dell’aspetto fisico, così come quella di altri valori, siano trasmessi più o meno consapevolmente dai genitori ai figli.

LA RICERCA. Per cercare di comprendere quanto le madri possano influenzare le figlie in questo senso, in uno studio statunitense sono state seguite nel tempo 86 ragazze di età compresa tra gli 11 ed i 13 anni. Questa ricerca voleva comprendere se alcuni comportamenti delle madri in ambito alimentare potessero influenzare quello delle figlie. In particolare sono stati considerati l’incoraggiamento materno a seguire una dieta e la condivisione delle preoccupazioni per il proprio peso da parte delle madri, indagando gli effetti che questi possono avere sulle abitudini alimentari, la ricerca incessante di perdere peso e l’insoddisfazione verso il proprio corpo provata dalle figlie.
Una valutazione di questi indici è stata condotta annualmente su tutte le partecipanti allo studio insieme al calcolo del BMI (Body Mass Index, ovvero il rapporto tra il peso e il quadrato dell’altezza). La scelta di considerare l’età adolescenziale non è casuale, in quanto la prima adolescenza è un periodo in cui l’insoddisfazione per il proprio corpo e le preoccupazioni legate al peso aumentano, divenendo così una fase particolarmente a rischio per lo sviluppo di disturbi alimentari.




I RISULTATI. I risultati hanno dimostrato che le adolescenti con minor insoddisfazione corporea, minor tendenza a raggiungere un’ideale di magrezza e abitudini alimentari corrette erano coloro le cui madri non le spingevano a perdere peso e che meno frequentemente si confrontavano con loro riguardo alle preoccupazioni per la propria forma fisica.
Tra le adolescenti che invece ricevevano un incoraggiamento da parte della madre a seguire una dieta, gli effetti negativi venivano attutiti quando la madre stessa condivideva con la figlia le preoccupazioni riguardo al proprio peso corporeo. Si può quindi ipotizzare che in un contesto in cui le madri incoraggiano le proprie figlie a fare una dieta, riconoscendo e condividendo al contempo le proprie preoccupazioni, le figlie potrebbero sentire che il problema non è solamente sul proprio peso. Questa combinazione di comportamenti crea una sensazione di solidarietà o coesione emozionale che potrebbe aiutare a far diminuire le sensazioni negative che emergono invece quando una madre incoraggia la figlia a perdere peso senza nessuna condivisione delle proprie preoccupazioni alimentari.

COSA SIGNIFICA? Questi risultati non significano che il comportamento di condivisione delle preoccupazioni sul peso sia sempre benefico per le ragazze adolescenti. Tuttavia, ci dicono invece che una sua presenza piuttosto che assenza può portare dei benefici alle figlie le cui madri sono particolarmente inclini a promuovere l’adesione a diete e la perdita di peso. In pratica, sarebbe meglio non incoraggiare le ragazze a mettersi a dieta, tuttavia tra le madri che lo fanno, quelle che condividono una complicità con le figlie sono meno a rischio di indurre comportamenti dietetici pericolosi, rispetto alle mamme che non rendono partecipi le figlie riguardo le proprie ansie sul peso.
Questo studio evidenzia le importanti implicazioni per gli effetti che il contesto familiare può avere sui problemi alimentari delle ragazze. Date le gravissime conseguenze legate all’incessante ricerca della magrezza e l’insoddisfazione per la propria immagine corporea che possono caratterizzare le ragazze nella prima adolescenza, è d’obbligo per i genitori una comprensione del modo più appropriato con cui affrontare con i propri figli le questioni legate al peso ed alla forma corporea.




Articolo Originale
Hillard et al. In it together: Mother talk of weight concerns moderates negative outcomes of encouragement to lose weight on daughter body dissatisfaction and disordered eating. Int J Eat Disord. 2015, in stampa.

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