Il sesso? No, grazie!

Sembra incredibile, ma per alcune persone l’idea di avere un rapporto sessuale può suscitare sentimenti di vero e proprio disgusto. Chi ha un disturbo da avversione sessuale infatti manifesterà una persistente avversione verso i genitali altrui o verso i propri, o verso i fluidi corporei, tanto da arrivare ad evitare l’attività sessuale e il conseguente piacere che ne deriva.

Come si presenta il Disturbo da Avversione Sessuale?
Sexual_AversionLa persona con questo disturbo prova ripugnanza nei confronti dell’attività sessuale: il pensiero di avere un rapporto sessuale genera una tale ansia che si evitano tutti (o quasi tutti) i contatti sessuali genitali con il partner, in alcuni casi perfino il bacio. Chi soffre di questa problematica non ricerca l’intimità, anzi, mostra sin da subito avversione, disgusto e paura per tutto quello che riguarda un possibile scambio corporeo. Per allontanare queste sensazioni sgradevoli, la persona tende quindi ad evitare qualsiasi situazione o comportamento che possa portare ad un atto sessuale.

Il disturbo da avversione può essere quindi classificato in:
generale: quando l’avversione e la fuga si sperimentano in conseguenza a sensazioni, pensieri, sentimenti o situazioni di natura sessuale ed erotica;
specifico: quando l’ansia è generata da oggetti o situazioni specifiche come lo sperma, il pene in erezione, i genitali propri o altrui, etc.

Questo sottrarsi all’intimità con il proprio partner può causare delle difficoltà non solo all’interno della relazione amorosa, ma anche un notevole disagio personale e relazionale.

 

Quali sono le cause?
Secondo alcuni autori, i soggetti affetti dal disturbo da avversione sessuale potrebbero aver associato in passato lo stimolo sessuale ad uno stimolo doloroso e quindi tenderebbero ad evitarlo per la paura che si ripeta.
Le cause possono essere molteplici, tra cui, le più ricorrenti sono:
esperienze traumatiche non adeguatamente elaborate, come l’abuso sessuale o fisico o l’aborto;
educazione familiare troppo rigida, eccessivamente religiosa e sessuofobica, con false credenze e convinzioni che rendono difficoltoso, se non impossibile, il rapporto con il proprio corpo, con la propria sessualità e con l’intimità in generale.
– informazioni sessuali inadeguate o false e aspettative, inadeguate riguardo il rapporto sessuale o il proprio partner.
stress esterni (problemi economici, di salute, lutto, difficoltà lavorative etc.)
fattori interni (riferiti al modo di pensare e interpretare le situazioni e mancanza di problem solving per affrontare le avversità).

Cosa si può fare?
Questo disturbo risulta essere poco affrontato, in quanto le persone affette difficilmente ne riconoscono le sottostanti cause psicologiche. Per questo motivo, risulta necessario rivolgersi a degli specialisti per farsi aiutare. I principali trattamenti per questo disturbo sono:
psicoeducazione: insegnare al paziente, o alla coppia, la conoscenza dell’anatomia sessuale e del ciclo di risposta sessuale, processo che porta ad un miglioramento della consapevolezza del proprio corpo e ad i vissuti ad esso correlati;
psicoterapia individuale: principalmente ad orientamento cognitivo-comportamentale, che prevede l’esposizione graduale allo stimolo fobico fino ad arrivare alla consapevolezza ed al controllo della propria reazione; inoltre si effettua un lavoro di analisi sui condizionamenti socio–culturali ricevuti e sulle credenze (spesso inadeguate) circa la sessualità e il contatto corporeo. Se la causa scatenante del disturbo viene fatta risalire ad un trauma di abuso, è necessario lavorare ampiamente su tale evento, affinché l’individuo possa riuscire ad elaborare il trauma e superarlo.

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