Può una sedia traballante influenzare le nostre scelte sentimentali?

Generalmente, siamo portati a pensare che le nostre scelte siano i prodotti di precisi processi logici. Eppure, secondo alcune teorie, non solo il nostro stato emotivo, ma anche la posizione del nostro corpo potrebbe modificare i nostri processi di pensiero, perfino la ricerca del partner o la capacità di giudicare una relazione amorosa. 

Secondo alcuni scienziati, la “cognizione incarnata” (embodied cognition) è il fenomeno per il quale anche le attività cognitive più astratte sono in realtà influenzate dalle più basilari esperienze corporali. Le nostre scelte quindi non sarebbero semplicemente il risultato del modo in cui pensiamo, ma anche dello stato fisico in cui ci troviamo nel momento stesso in cui svolgiamo quella determinata attività cognitiva. La realtà non viene percepita in modo passivo ma attraverso la nostra continua attività corporea. È anche in base alla propria esperienza corporea che gli oggetti circostanti, così come le persone, possono sembrare attraenti, significativi o minacciosi.

the-obamasL’esperimento. Alcuni ricercatori dell’università di Waterloo – D.R. Kille, A. L. Forest, J.V. Wood – hanno predisposto un esperimento per verificare se alcune sensazioni corporee, provocate appositamente modificando l’ambiente, possano influire in particolare sulla percezione che abbiamo degli altri e sui nostri giudizi su di loro. In questo studio, un gruppo di volontari veniva fatto sedere ad una sedia e un tavolo traballante; l’altro gruppo stava seduto su una sedia e a un tavolo stabile. In queste condizioni, entrambi i gruppi dovevano formulare dei giudizi sulla stabilità di alcune relazioni sentimentali di personaggi famosi (ad esempio, i coniugi Obama), e poi indicare le caratteristiche del proprio partner ideale.

 

Risultati. I partecipanti che avevano svolto il compito su sedie e tavoli instabili giudicavano la relazione delle coppie famose come altrettanto instabili, dando dei giudizi da 1 a 7 dove 1=molto probabile che la coppia si lascerà nei prossimi 5 anni; 7=estremamente improbabile che si lascino nei prossimi 5 anni. Inoltre, questi stessi soggetti indicavano tra le caratteristiche che più ricercavano in un ipotetico partner proprio la stabilità, espressa in termini come “affidabilità”, “sicurezza”, molto più che il gruppo che compilava il questionario su sedia e tavolo non semoventi.

Conclusioni. I risultati sembrerebbero confermare che le esperienze corporee possono incidere sulla percezione che abbiamo delle persone e perfino sui nostri desideri, tanto che possono guidare, o meglio motivare, la nostra idea di partner ideale. Questo esperimento ha tuttavia dei grossi limiti: infatti, poiché le condizioni con mobilio stabile e instabile sono state proposte a due gruppi di persone differenti, è possibile che i loro gusti e le loro opinioni fossero già diverse in partenza!

Infine, non dobbiamo dimenticare che il dibattito sulla Cognizione Incarnata è ancora aperto tra gli scienziati che si occupano di Neuroscienze Cognitive: non tutti sarebbero d’accordo con questa teoria del funzionamento della mente.

Bibliografia

  • David R. Kille, Amanda L. Forest, and Joanne V. Wood. Tall, Dark, and Stable: Embodiment Motivates Mate Selection Preferences. Psychological Science 24(1) 112–114

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